Avercelo piccolo (il cane)
Per uno come me, che legge e scrive, ci sono libri che fanno passare la voglia di scrivere ancora-e che dimentico facilmente, spesso restando interdetto davanti alla copertina mentre mi domando "ma questo l'ho letto?" e libri che invece te la fanno venire, o ritornare nel caso si sia più o meno brevemente assentata. Ne sto leggendo uno di quelli che te la fanno ritornare, la voglia. Perchè le storie sono brevi, come post di un blog (oh-oh!) e in due mezze pagine raccontano storie corrosive come l'acido solforico. In linea di massima, Bukowski, Palaniuk, Forster Wallace sono scrittori che leggendo o rileggendo mi fanno germogliare il seme di qualche racconto ancora sepolto sotto la corteccia frontale: fungono da concime (il che correla con il fatto che alcuni considerino determinati scrittori come cacca?). Un libro che ho per ora tra le mani e che mi sta facendo tornare la voglia di scrivere qualcosa è Microfictions, di Règis Jauffret, autore che non conoscevo. Ogni storia nasce e muore in una grammatura standard di cinquanta righe-meno di due cartelle-e sono storie di quelle che fanno esclamare a qualcuno "ma immagini davvero le cose che hai scritto?".
